d’autunno

Posted in stati d'assenza on 9 settembre 2015 by fabiobosco

autumnMattine controluce,

non distinguo dettagli

in questi risvegli dai contorni sfocati.

Non avrò dolcezza più vera

se non nel docile planare

di una foglia che muore.
Di quel volo rapisce

l’invisibile scia che si percepisce:

musica di una vita giunta all’apice,

incisa e indelebile

nel vuoto che la seppellisce.

Negli occhi non ho più lacrime

per riscaldare autunni senza dio:

mi spegnerò anch’io

sotto fronde d’eterno.
Spoglie,

come stanze che hai reso inutili.

SOSTANZE

Posted in Senza categoria on 19 marzo 2015 by fabiobosco

Sociopatia
sgranocchiando ossa,
un salato che risale al cervello,
saliva e sangue
iniettati da siringhe d’incenso e odio.
L’acciaio sbava fuliggine,
annerito da bic e ricordi…
unghie deturpate
a morsi rubati all’anima,
smarrita tra la gente
nel centro di una città fantasma.
Sono solchi i respiri
quando il silenzio è vinile vergine
che zittisce pareti di stanze convesse:
distorsioni languide di realtà ciniche,
che sprecano rumori e musiche
danzando oltre i vetri infrangibili
del mio taciturno impero.
Non voci,
luci filtrano scavando cunicoli,
nel buio,
fino a incidere l’iride,
genuflessa dinnanzi al tempio violato
da stroboscopici bagliori,
che sputano colore
sulla santità del nero che mi protegge.
E lacerando, passa attraverso…
ho perso,
gioco, partita, incontro
e saliva dalla bocca socchiusa,
umiliata derisa e spogliata
di sorrisi a ogni risveglio:
sbadiglio, fremo…
scemo, piuttosto tremo
e aspetto, puntando il soffitto.
Minuti…ore…
forse muore, ma no!
Il tempo non è mai alleato
allenato com’è a schierarsi contro
per partito preso,
fino a volermi arreso all’evidenza,
alla speranza di uscire illeso
illuso di sopportare il peso
di un mattino che chiama,
di eroina in vena,
di quella catena che stringe i polsi
a morsi, in morse
che incrinano ossa,
libertà percossa e affissa
a una corda
che sento avvinghiarmisi al collo…
e a stento…

apprendo…

che risolvo tutto …saltando.

YERSINIA PESTIS

Posted in stati d'assenza on 4 gennaio 2015 by fabiobosco

Aviary Photo_130430925798902563Ho camminato lungo le rive

di solitudini attraenti

sopravvissute ai prodigi della chimica

e mutate geneticamente per evitare lo sterminio;

ora divenute tabe contagiosa, aggressiva pandemia

del nostro millennio che di rado uccide come un tempo,

al contrario si moltiplica abitando ogni uomo

e disintegrando il sistema intaccandolo alle radici.

E’ solo l’inizio:

ha divorato l’empatia

rendendoci ecosistemi chiusi e fragili,

insensibili a mutazioni sensoriali di ogni genere.

Miliardi di egoarchi in perenne lotta

per imporre il proprio dominio,

stringiamo alleanze e le chiamiamo amore,

pronti a rinnegarle a convenienza.

Il progresso, di cui le nostre menti sono meravigliose artefici,

è direttamente proporzionale al regresso delle nostre anime,

ormai ridotte alla stregua di medioevali braccianti,

intente a coltivare ricchezze futili per soddisfare necessità imposte.

Per tutto questo e in nome di Dio,

o di quello che di Lui mi resta,

venduto alle mani incredule di un odio blasfemo,

io mi accuso di orgogliosa bestemmia!

Tra le spire acuminate di una vergine nera

sto cercando di risalire il colle,

ma non vedo un Padre a onorare il mio calvario:

che Natale sia per l’ingenuo gregge!

ammassato a valle

come non fossero corpi quei numeri

senza vie di fuga e speranze,

nate già morte al primo vagito.

Cerco gli occhi vuoti e insensibili del boia,

ma non riusciranno certamente i miei a persuaderlo;

è l’indifferenza dei mandanti però che mi uccide,

prima ancora della lama che mi reciderà la gola.

E’ il loro voltarsi,

il lavarsi le mani in un gesto biblico,

fingendo che quest’inferno non esista…

ma come fate ancora a sorridere.

IO ODIO O DIO

Posted in Senza categoria on 19 settembre 2014 by fabiobosco

Trovo spazio nei sensi e nei loro aspetti,

in quei messaggi indiretti di un’arte di parte

che si compiace e urla quando il cielo tace,

mentre suona scordato e stona

quell’angolo di tempo indefinito e indefinibile

che m’irradia d’un respiro

e m’imbriglia tra le tue ciglia.

Nuoto nelle immagini che restano riflesse malgrado il vento,

malgrado io senta colare a picco ogni momento

costruito su ossa sdrucite,

scucite chirurgicamente e date alle fiamme

per elidere prove

del mio contendere terra ai vermi

nel disperdermi sulla spinale di una folla assente,

che volta faccia e spalle

alla vista del sangue che mi lorderàso cruel le tempie

25/06

Posted in stati d'assenza on 25 giugno 2014 by fabiobosco

COMEtE

non credo più a niente,
non credo alla gente,
a quello che sente
alle cose che ha in mente,
non credo ai miei gesti
o a quello che resti
dopo aver strizzato gli occhi
dalle solite lacrime che stavo iniziando a scordare
in questo inverno che cade a giugno,
come un sogno chiuso in un pugno
che lasci mi soffochi tra le dita
quasi fosse uguale a quelli che ho sempre avuto
e poi finito per odiare
a forza di sentirli scavare
da qualche parte dentro di me
come fossero vermi dai denti affilati
e la mia carne terra incolta da ingoiare.
Non credo più a niente davvero,
non credo di voler riuscire ancora a sorridere,
non credo di poter portarti ancora da bere,
di poterti far credere,
di poter decidere
se imparare a vivere osservando comeTe
e vestirmi del loro strascico per non congelare,
per poter ancora uscire,
far parte del contorno,
di tutto ciò che avevo ammucchiato
per farti spazio al centro della spirale
e tenerti la mano per non cadere osservandola ruotare,
ipnotica,
ciclica,
un dolore che sembra allontanarsi
ma continua a vibrare in un’illusione totale,
come l’eclissi che ti fa scomparire.
Vorrei credere solo che bastasse pregare.

in memoria di me

Posted in stati d'assenza on 22 giugno 2014 by fabiobosco

Mi osservo disciogliere
in sospirati sguardi
di un etere ipnotico,
disegni scarlatti di un sogno morente
come graffiti di luce
in un abbraccio di nero.
Il tempo come vigile assenza,
giallastro vomito
di luci al neon
a inquinare l’armonia geometrica
che queste mani invocano

SENZIENTE

Posted in Senza categoria on 22 giugno 2014 by fabiobosco

SENZIENTE

Ci torno sempre,
come in spasmi algebrici
e soluzioni incise sui polsi,
per non sbagliarmi
e riuscire a fottere
quei sorrisi inutili
su volti estranei,
quei sentieri battuti
senza più erba e logica,
un calvario di orme,
vizio di forma,
stanza affittata a tempo
che pago a rate col sangue
con ore svendute a luci e ferro,
profumo di cera fusa
e porte chiuse in faccia
a diligenti lancette.
Ci torno sempre,
è un tepore elastico perdermi
evitando mani che cerco,
trovate in saldo nei negozi del centro,
svendute come corpi da marciapiede
che delle puttane hanno il nome
ma non la dignità della sconfitta:
quella che inspiro
assieme a ossigeno e smog
avvelenando anima e corpo…
sconsacrandomi.

D’ELASTICITA’ CONCAVE

Posted in Senza categoria on 18 giugno 2014 by fabiobosco

D'ELASTICITA' CONCAVE

Vuoto
l’incavo che si tende
tra due sguardi in lacrime,
che appassiscono irradiandosi
di paure opposte…
L’incongruenza d’esistere
quando un abbraccio
che lega corpi
imbavaglia anime.
Sperdute.

ATLANTIDE

Posted in Senza categoria on 6 giugno 2014 by fabiobosco

In apnea

nei miei silenzi immersa,

ogni bracciata

è terra

che disseppellisce il patibolo,

graffi sul volto del boia

che mi accarezza il collo,

tracce biologiche

nei luoghi del crimine,

sangue

saliva

sperma

che mi inchioda alla gogna,

osservandoti diamante

risalire la fogna

fino a farmi gemere

in un sussulto d’ossigeno…

così che ancora io sia vivo

anche se solo per miracolo

 

 

goccia

Posted in stati d'assenza on 1 Maggio 2014 by fabiobosco

Immergermi
nell’allegoria del giorno
in apnea cianotica
e tu ad accogliermi
tra gli anfratti corallo
dei miei respiri